ACCORDO PER LA CRESCITA DELLA PRODUTTIVITÀ E DELLA COMPETITIVITÀ

Il 21 novembre scorso è stato firmato a Roma da Rete Imprese Italia (e dalle singole Confederazioni costituenti, fra cui Confartigianato), Confindustria, Alleanza per le Cooperative, Abi, Ania, CISL, UIL ed Ugl, l’Accordo interconfederale per la crescita della produttività e della competitività in Italia.   L’intesa affronta importanti argomenti connessi alla crescita della produttività del Paese. Nel rimandare alla lettura del testo dell’accordo allegato alla presente, di seguito, si sintetizzano gli aspetti fondamentali.   Le Parti Sociali chiedono al Governo e al Parlamento di rendere stabili e certe le misure di detassazione e decontribuzione sul salario di produttività. In particolare, si chiede, in primo luogo, di detassare il salario di produttività attraverso la determinazione di un’imposta di un’imposta, sostitutiva dell’IRPEF e delle addizionali, al 10%. In secondo luogo, si chiede la compiuta applicazione dei contenuti della legge 247/2007 che prevede lo sgravio contributivo per incentivare la contrattazione collettiva di secondo livello fino al limite del 5% della retribuzione contrattuale percepita. Viene riconosciuto il ruolo fondamentale della contrattazione collettiva come strumento per perseguire la crescita della produttività e della competitività; valorizzando la contrattazione di secondo livello. In tale contesto il Contratto Nazionale di categoria mantiene la funzione di definizione degli standard normativi e salariali e dei diritti fondamentali, mentre viene rafforzato il ruolo del contratto aziendale e territoriale (quest’ultimo ampiamente diffuso nell’artigianato). Ad esso viene riconosciuto il compito di definire le materie che possono incidere positivamente sulla crescita e sulla produttività (in particolare gli istituti contrattuali che disciplinano la prestazione lavorativa, gli orari e l’organizzazione del lavoro) e di determinate gli aumenti salariali in relazione alla produttività e ai risultati aziendali. Per quanto riguarda la formazione, si afferma, per il miglioramento della produttività, la necessità che il sistema scolastico e formativo punti maggiormente all’occupabilità delle persone, sottolineando l’importanza della capacità formativa dell’impresa e del lavoro. Viene inoltre richiesta la chiara affermazione per legge della natura privatistica dei fondi interprofessionali per la formazione continua. Infine, le Parti Sociali richiedono che alla contrattazione collettiva venga affidata piena autonomia negoziale rispetto alle materie attualmente regolate in maniera prevalente o esclusiva dalla legge, che incidono sulla produttività. In particolare le parti individuano, in via esemplificativa, le seguenti tematiche che la contrattazione collettiva dovrà affrontare per ridurre le rigidità nei rapporti di lavoro: l’equivalenza delle mansioni, la ridefinizione dei sistemi orari e della loro distribuzione anche con modelli flessibili, l’utilizzo dei nuovi strumenti informatici e tecnologici. In pratica, meno leggi e più spazio alla contrattazione tra le parti sociali.   Tale accordo deve essere recepito dal Governo per renderne operativo il contenuto. Allo stato attuale è necessario attendere l’approvazione della Legge di Stabilità 2013, in corso di approvazione, la quale stanzierebbe complessivamente 2,150 miliardi di euro per il triennio 2013-2015. Successivamente con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, di concerto con il Ministro dell’economia e delle finanze, saranno stabilite le modalità di attuazione della detassazione.
  • Data inserimento: 28.11.12