E stato definitivamente approvato il 6 luglio u. s. ed è in via di pubblicazione in G. U. il DL di cui in oggetto cosiddetto “Collegato agricolo”, finalizzato ad innovare e sviluppare un settore cardine per l'economia italiana.
I principali aspetti intorno ai quali ruota il provvedimento sono la semplificazione, la tutela del reddito, il ricambio generazionale e l’organizzazione. Su questi quattro assi viene delineata la strategia per il rilancio dell'agricoltura italiana e per la maggiore competitività dell’intera filiera agroalimentare anche attraverso interventi in settori mirati, come la forestazione ed il biologico, indicando un nuovo modello agricolo italiano fatto di qualità, innovazione e sostenibilità.
Vengono normate anche alcune filiere tra le quali il pomodoro, il riso e per la prima volta la birra artigianale.
Per quest’ultimo settore sono state introdotte le definizioni di birra artigianale e di birrificio indipendente.
La “Birra Artigianale” viene individuata come "birra prodotta da piccoli birrifici indipendenti e non sottoposta, durante la fase di produzione, a processi di pastorizzazione e di microfiltrazione".
Mentre per “piccolo birrificio indipendente” viene inteso “un birrificio che sia legalmente ed economicamente indipendente da qualsiasi altro birrificio, che utilizzi impianti fisica-mente distinti da quelli di qualsiasi altro birrificio, che non operi sotto licenza di utilizzo dei diritti di proprietà immateriale altrui e la cui produzione annua non superi 200.000 ettolitri, includendo in questo quantitativo le quantità di birra prodotte per conto di terzi”.
In linea con le norme sulla birra viene previsto l'obiettivo di favorire lo sviluppo della filiera del luppolo in Italia anche attraverso “il finanziamento di progetti di ricerca e sviluppo per la produzione e per i processi di prima trasformazione del luppolo, per la ricostituzione del patrimonio genetico del luppolo e per l’individuazione di corretti processi di meccanizzazione”.
Pur valutando positivamente il fatto che si riconosca una specificità al settore produttivo dei microbirrifici artigianali italiani, in sede di audizione parlamentare abbiamo avanzato come Confartigianato delle proposte soprattutto riguardo la definizione della birra artigianale che consentissero di delineare le caratteristiche uniche del prodotto artigianale che lo contraddistinguono rispetto al prodotto analogo dell’industria, ma che non possono essere circoscritte solo all’aspetto dell’assenza dei trattamenti di pastorizzazione e microfiltrazione, come recita la norma.
Nello stesso tempo sempre in audizione si sono evidenziate alcune necessità del settore quali l’ottenimento di agevolazioni per i piccoli produttori in materia di accise ed una semplificazione burocratica degli adempimenti non solo per l’accertamento delle accise, ma anche delle procedure per l’avvio dell’impresa.. Sono stati accolti alcuni ordini del giorno che recepiscono le proposte di Confartigianato che impegnano il Governo a: modificare ulteriormente la norma sulla birra artigianale prevedendo: – la definizione di «birra artigianale» quale prodotto ottenuto nei microbirrifici con l’impiego di materie prime genuine, selezionate, dosate e miscelate direttamente dal birraio secondo la propria originalità e creatività, e mediante un procedimento di produzione discontinuo ove l’intervento diretto del birraio risulti prevalente rispetto all’utilizzo di tecnologie automatizzate; – la definizione di «piccolo birrificio indipendente» o «microbirrificio»; ridurre l’accisa per i microbirrifici, applicata in base all’ammontare di produzione effettuata ogni anno, con sconti proporzionalmente maggiori per i piccoli produttori in base al decrescere delle quantità prodotte annualmente; ridefinire il sistema di accertamento semplificato della birra previsto per i microbirrifici, prevedendo che la tassazione venga applicata sul prodotto finito; prevedere una semplificazione documentale degli adempimenti previsti; assicurare adeguati parametri di controllo, in particolare nei casi ambigui di realtà che decidono di optare anche per uno solo dei trattamenti (pastorizzazione o microfiltrazione) previsti come caratterizzanti dal provvedimento.
Si consiglia comunque di prendere visione dell’intero provvedimento allegato.