Con l’emanazione del decreto del Ministero dell’ambiente 06/06/2012, è stata pubblicata la guida per l’integrazione degli aspetti sociali negli appalti pubblici. Sono quindi ormai passati tre anni dalla sua pubblicazione, ma non vi sono dati che permettano di capire in che percentuale di appalti è stata applicata e tenuta quindi in considerazione.
L’obiettivo nazionale proposto, del Piano d’azione, è/era di raggiungere entro il 2014, la quota del 50% di appalti “verdi” sul totale degli appalti aggiudicati su questa categoria di forniture.
Il documento, elaborato nell’ambito del “Piano d'azione per la sostenibilità ambientale dei consumi nel settore della pubblica amministrazione” (PAN GPP), ha lo scopo di fornire indicazioni operative e linee guida per tener conto degli aspetti sociali nella definizione dei bandi di gara della Pubblica Amministrazione, per l’acquisto di beni e servizi e per l’esecuzioni di lavori. L’attenzione agli aspetti sociali è indispensabile per poter garantire un concetto di “sostenibilità” che comprenda, oltre alla sfera ambientale, quella sociale e quella economica. L'applicazione della presente guida potrà essere valutata dalle stazioni appaltanti anche in ragione del “grado di rischio” di violazione dei diritti umani che si possono verificare nelle diverse catene di fornitura delle varie merceologie oggetto dell'appalto.
La Commissione Europea ha pubblicato nei primi mesi del 2011 la guida “Acquisti sociali. Una guida alla considerazione degli aspetti sociali negli appalti pubblici” . La guida prende in considerazione diversi aspetti sociali riguardanti l'ampia definizione di “appalti pubblici socialmente responsabili” elaborata dalla Commissione Europea. A tale documento viene fatto riferimento con la “guida per l’integrazione degli aspetti sociali negli appalti pubblici”.
Nel documento viene quindi dato valore agli aspetti di seguito riportati, che potranno essere considerati dalle pubbliche amministrazioni, nell’ambito degli appalti pubblici:
opportunità per l'occupazione giovanile, per i disoccupati di lunga durata, per le persone appartenenti a gruppi svantaggiati (ad es. lavoratori migranti, minoranze etniche, ecc.), per le persone con disabilità, ecc;
questo concetto fa riferimento a quattro elementi ugualmente importanti e interdipendenti: il diritto a un lavoro produttivo e liberamente scelto, principi e diritti fondamentali nel lavoro, retribuzione dignitosa, protezione sociale e dialogo sociale. Nel contesto degli “appalti pubblici socialmente responsabili” possono svolgere un ruolo importante numerose questioni quali:
le disposizioni imperative nelle specifiche tecniche per garantire alle persone con disabilità di accedere, ad esempio, a servizi pubblici, edifici pubblici, trasporti pubblici, informazioni pubbliche e beni e servizi dell'information and communication technology tra cui le applicazioni basate sul web (l’aspetto centrale riguarda l’acquisto di beni e servizi accessibili a tutti);
la possibilità, in determinate condizioni, di tenere conto delle questioni relative al commercio equo nelle specifiche delle gare e nelle condizioni di esecuzione degli appalti;
ovvero far sì che le aziende superino volontariamente i vincoli normativi nel perseguimento degli obiettivi ambientali e sociali nelle proprie attività quotidiane;
Il documento riportante la guida per l’integrazione degli aspetti sociali negli appalti pubblici è particolarmente strutturato e dettagliato. Se ne suggerisce la lettura integrale agli interessati.
In allegato viene riportato il decreto del Ministero dell’ambiente 06/06/2012 contenente i “la guida per l’integrazione degli aspetti sociali negli appalti pubblici”.