L’ufficio del Massimario della Corte di Cassazione ha elaborato una relazione fornendo, agli operatori del settore, una prima interpretazione della legge 22 maggio 2015, n. 68, norma che ha introdotto nel nostro ordinamento giuridico fattispecie delittuose di “aggressione all’ambiente”.
La relazione, nel commentare il provvedimento legislativo, ricorda come, di fronte ad illeciti che coinvolgevano l’ambiente per lungo tempo, la risposta sanzionatoria era stata affidata ad una norma, l’art. 434 del codice penale, che prevedeva l’ipotesi di cd. “disastro innominato” e che già dal titolo “Crollo di costruzione o altri disastri dolosi” faceva intuire la difficile adattabilità a gravi fatti di cronaca che hanno configurato veri e propri disastri ambientali.
Per superare le problematiche, dal punto di vista interpretativo e applicativo, di una disposizione che appariva non adatta ai tempi (l’art. 434 c.p.), il legislatore ha inserito nel codice penale due nuovi delitti – l’inquinamento ambientale e il disastro ambientale – ed ha previsto altre norme che vanno a incidere sul Codice dell’Ambiente (d.lgs. 152/2006) e ad ampliare la sfera della responsabilità amministrativa degli enti - imprese (d.lgs. 231/2001).
Nelle prossime pubblicazioni si procederà, pertanto, a un’analisi dettagliata delle nuove disposizioni di legge con particolare riguardo all’incidenza che le stesse avranno sul mondo delle PMI.
Informazioni possono essere chieste alla dott.ssa Alessandra Cargiolli del settore ambiente di Confartigianato Vicenza (tel. 0444 168357.)