Avendo raggiunto il valore di 6 miliardi di euro di spesa per l’incentivazione degli impianti a fonti rinnovabili nei mesi scorsi l'Autorità per l'energia elettrica aveva emanato la delibera 292/2012/R/efr, secondo quanto previsto dal decreto interministeriale del 5 luglio. Nel documento è stato individuato nel 12 luglio la data di decorrenza delle procedure di passaggio al "V Conto energia".
Ed è quindi dal 27 agosto scorso, cioè 45 giorni solari dalla data di pubblicazione della deliberazione dell'Autorità, che è partito il V Conto energia, l'ultimo di una lunga successione di provvedimenti volti a regolamentare il sistema di incentivazione delle rinnovabili. Eccoci quindi a rivedercela con le novità introdotte delle norme del Decreto Ministeriale 5 luglio 2012, più noto come V Conto energia.
Il passaggio dal IV al V conto energia focalizza l’attenzione sugli impianti di piccola taglia e domestici. Viene infatti esteso l’obbligo di iscrizione al Registro per tutti gli impianti con potenza superiore ai 12 kW e per quelli fino a 50 kW realizzati in sostituzione dell'eternit. Appunto questi impianti di taglia minore accederanno senza limiti all’incentivo, mentre gli altri, oltre all’iscrizione al Registro, vedranno confermato l’incentivo se si classificheranno in buona posizione nelle graduatorie che verranno impostate sui limiti semestrali di spesa. La ragione è evidentemente quella di governare il sistema per il riflesso che l’incentivazione degli impianti ha sulle tariffe dell’energia elettrica.
Gli unici che potranno ancora usufruire delle agevolazioni e procedure del IV conto energia sono gli impianti realizzati su proprietà delle Pubbliche Amministrazioni, sempre che entrino in esercizio entro la fine dell’anno in corso.
Il nuovo meccanismo invece punta alla valorizzazione degli impianti di taglia più piccola e installati su edificio, confermando le impostazioni dei decreti precedenti. Le tariffe scendono temporalmente per semestre ed esistono delle maggiorazioni, tra loro cumulabili, sia alla tariffa onnicomprensiva che a quella per l'autoconsumo per gli impianti realizzati in sostituzione dell'eternit (+3 c€/kWh) e se vengono utilizzati materiali europei (+2 c€/kWh). Vengono riconfermate le tariffe diversificate anche per gli impianti "innovativi" e per quelli a "concentrazione", con le opportune riduzioni.
Ma passando a come si sviluppa il V conto, la differenza più rilevante rispetto ai precedenti decreti, è di fatto l’'introduzione della tariffa onnicomprensiva. Siamo quindi di fronte al passaggio da un sistema di feed-in premium ad un feed-in tariff. Per chiarire meglio la cosa dobbiamo ricordare che in precedenza tutta l’energia prodotta dall’impianto godeva di un incentivo senza distinguere se l’energia veniva autoconsumata oppure venduta. Oggi questo cambia e si unisce il valore dell'incentivo a quello dell'energia ceduta alla rete in un’unica soluzione. In questo senso la tariffa onnicomprensiva andrà a moltiplicarsi alla sola energia immessa in rete. Ma non finisce qui, infatti per tutta l’energia prodotta e autoconsumata, che quindi non viene immessa in rete, esiste un premio aggiuntivo, definito appunto premio per l'autoconsumo.
L’introduzione del premio per l’autoconsumo però è una variabile da non sottovalutare. L’indirizzo è evidente, cioè d’ora in avanti lo stesso consumatore, per garantire una maggiore redditività dell’impianto dovrà modificare i suoi consumi. Non solo godrà del beneficio del premio per l’autoconsumo, ma avrà anche in somma il valore dell’energia utilizzata. Il risultato è semplice: per un impianto domestico avrò 0,208 €/kWh di tariffa onnicomprensiva a cui andrò a sommare 0,126 €/kWh come premio per l’autoconsumo a cui si aggiunge il risparmio di 0,18 €/kWh per l’energia che non andrà in bolletta. Cambiano le proporzioni in funzione delle taglie, ma è abbastanza evidente che il beneficio economico goduto con l’autoconsumo è più del doppio rispetto a quello che si ottiene con l’energia immessa in rete.
Sarà quindi necessario in futuro concentrare i consumi durante i periodi di maggiore produzione degli impianti in modo di riuscire ad incrementare la quota di autoconsumo e di riflesso la redditività di un impianto. Per molti questo rappresenta un cambiamento negli stili di vita, in completa controtendenza rispetto alle abitudini introdotte dalle tariffazione bioraria.