Riforma della struttura degli oneri generali di sistema per i clienti non domestici del mercato elettrico. L’Autorità ha avviato le consultazioni

E’ reale il rischio di ulteriori aumenti non legati alle tariffe della materia prima. Confartigianato ha inviato all’Autorità per l’energia e il gas le osservazioni al documento di consultazione

Confartigianato ha inviato le proprie osservazioni e considerazioni sul documento di consultazione che l’Autorità per l’Energia e il gas n. 255/2016 ha divulgato, riguardante la riforma della struttura tariffaria degli oneri generali di sistema per clienti non domestici.

Una riforma che, con buona probabilità, comporterà un significativo aggravio dei costi a carico delle piccole imprese, ancora una volta a rischio di penalizzazione economica a vantaggio delle grandi imprese. Situazione che si è già vista con l’applicazione della componente AE in bolletta elettrica, alla quale Confartigianato imprese, assieme alla FAIV (società di servizi di Confartigianato Vicenza) e UPA servizi (società di servizi di Confartigianato Brescia), si sono opposte proponendo  un ricorso al TAR della Lombardia per eliminare tale balzello (ricorso di cui ancora non si conosce l’esito).

Al di là degli aspetti tecnici e delle considerazioni fatte da Confartigianato rispetto al documento di consultazione, si deve evidenziare che i cinque possibili scenari proposti dall’Autorità, comporteranno un aggravio particolarmente gravoso della spesa per le piccole imprese.

Confartigianato Vicenza, nel dare il proprio contributo alle osservazioni confederali, ha effettuato nove simulazioni su aziende reali in gestione del consorzio CAEM, per la fornitura di energia elettrica e, nella quasi totalità dei casi, in tutte cinque i scenari si riscontrano aumenti importanti.

A titolo di esempio, una Media Tensione con 131 kW di potenza disponibile e 136.000 kWh di consumo, potrebbe subire un aumento di circa 8.000 € nell’ipotesi A, 6.300€ nell’ipotesi B1, 4.371 € nell’ipotesi B2, 2.442 € nell’ipotesi B3, 3.627€ nell’ipotesi C. Sono cifre importanti che in un contesto economico fiaccato da una lunga crisi e caratterizzato da una ripresa incerta, possono creare serie difficoltà di sopravvivenza ad imprese che anche se dal punto di vista della consistenza numerica rappresentano piccole percentuali, contribuiscono al benessere collettivo e a sostenere gli oneri generali del mercato elettrico.

Dovendo dare una indicazione, ancorché, l’auspicio è quello di non modificare nulla rispetto alla situazione attuale, appare evidente che lo scenario B3 è quello, probabilmente, più conveniente per le piccole imprese.

Altro aspetto sul quale Confartigianato ha ritenuto di intervenire, è legato alla possibilità che la riforma per l’applicazione dei nuovi oneri di sistema (che sono denaro), se approvata, non venga applicata retroattivamente, come appare possibile, dalla lettura del documento dell’Autorità. Sono circa 7 milioni i soggetti coinvolti, e la possibile retroattività al 1° gennaio 2016 (appare quasi certa) oltre che discutibile dal punto di vista tecnico–formale, si presta a generare conguagli che potrebbero esporre i clienti finali ad errori del venditore/esercente, derivanti dalla complessità di gestione in danno della trasparenza e della fiducia nel mercato. Peraltro non bisogna dimenticare che questi sono tutti costi aggiuntivi per le imprese, non considerati in sede di programmazione annuale dell’attività di impresa.

 

In allegato il documento inviato da Confartigianato imprese all’Autorità per l’energia e il gas e il contributo di Confartigianato Vicenza (elaborato con il CAEM) messo a disposizione della Confartigianato nazionale che lo ha fatto proprio. Inoltre la tabella con le nove simulazioni effettuate in relazione ai cinque scenari proposti dall’Autorità nel suo documento di consultazione.

  • Data inserimento: 13.07.16