E’ nota a tutti la megamulta di 2,93 miliardi che la Commissione europea ha inflitto alle case costruttrici di veicoli pesanti per aver creato un cartello, giudicato lesivo della libera concorrenza e in grado di condizionare i prezzi dei camion. Da questo comportamento le imprese di autotrasporto possono aver subito subito dei danni, pagando un veicolo più del dovuto.
Il procedimento per recuperare i danni a favore delle imprese colpite dal “cartello”, sanzionato dalla Commissione Europea, non è così semplice come alcuni affermano facendo credere agli autotrasportatori che l’azione giudiziaria sia perseguibile ed automatica.
Il Presidente Nazionale di Confartigianato Trasporti, Amedeo Genedani, in diverse sedi ha affermato: “Noi ci consideriamo in dovere di riconoscere ed agire su richiesta dei nostri associati i quali hanno messo in chiaro che si sentono parte lesa dopo avere appreso la notizia di un cartello per i prezzi dei camion.”
La strada intrapresa consiste nel farci pervenire una “Manifestazione d’interesse” al fine di avere un quadro preciso delle richieste. Il modulo della “Manifestazione d’interesse” può essere richiesto via mail all’indirizzo mail Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. e compilato sia dagli associati che dai non associati perché riteniamo che un’azione collettiva di tale portata sia d’interesse generale e non meramente utilitaristica e propagandistica per l’Associazione. Ricordiamo, infatti, che essendo coinvolte imprese costruttrici ed acquirenti internazionali, fornire delle “procedure amministrative, valutazioni e stime economico - finanziarie nonché considerazioni giuridiche e d’opportunità” comuni - tra le diverse associazioni europee dell’autotrasporto di merci contribuisca - al successo dell’iniziativa del riconoscimento del danno subito.
A tal proposito, si informa che Confartigianato Trasporti ha posto il problema in sede europea attraverso la propria associazione UETR e sono stati intrattenuti rapporti di collaborazione con la consorella olandese. Agire in maniera congiunta ed unitaria certamente fornisce più probabilità di successo ed evidenzia una categoria unita e compatta che è sempre una cosa molto utile.
La maggioranza delle Associazioni di categoria, infatti, sta operando con precauzione ed attenzione per non fare commettere alle imprese dell’autotrasporto costosi passi falsi. Del resto “nessuno regala niente a nessuno” per cui rifuggiamo dai proclami e dalle certezze.
In attesa della pubblicazione della motivazioni della sentenza UE sul “cartello” nel sito web della DG Concorrenza – da cui decorreranno 12 mesi di tempo per avanzare l’istanza giudiziaria – l’Associazione sonderà anche la strada transattiva extragiudiziale e selezionerà le competenze tecniche utili per quantificare il danno subito che non è di facile determinazione dato che la sanzione comminata interessa il coordinamento dei prezzi dei “listini all’ingrosso", la tempistica di introduzione delle tecnologie antinquinamento e il trasferimento dei costi di queste tecnologie sui clienti finali. Il Presidente di Confartigianato Trasporti Amedeo Genedani, prima di decidere definitivamente come procedere, ritiene che sia utile e necessario verificare il recepimento entro il mese di dicembre 2016 della Direttiva 2014/104/UE che regola le azioni per il risarcimento del danno negli Stati membri.
Ma veniamo ai fatti.
A fine luglio la Commissione Europea ha inflitto un’ammenda di 2,93 miliardi di euro alle case costruttrici Paccar (DAF Trucks), Daimler, CNH Industrial (Iveco) e Volvo (Renault Truck, Mack e UD Trucks). Dopo le accuse di Bruxelles, le aziende hanno riconosciuto il loro coinvolgimento e hanno convenuto di regolare la controversia in via transattiva. La stessa procedura è stata aperta anche nei confronti di Scania ma, al momento, il procedimento nei suoi confronti è ancora in corso dato che la stessa non ha voluto aderire alla transazione (per questa azienda l’investigazione proseguirà secondo la procedura antitrust standard). Nessuna ammenda è stata inflitta alla MAN perché questa Casa ha rivelato alla Commissione l’esistenza dell’accordo e non sarà sottoposta alla sanzione.
La multa è stata comminata per punire comportamenti illeciti perpetrati dai costruttori suindicati nel periodo di tempo che va dal 1997 al 2011. Quattordici anni in cui i vertici dei vari marchi si sono incontrati e accordati sugli aumenti dei prezzi e sulla tempistica per l’introduzione di tecnologie anti-inquinamento (cd. cartello).
L’indagine della Commissione ha rivelato che queste imprese si sono organizzate per il coordinamento dei prezzi a livello di “listini all’ingrosso” per autocarri medi e pesanti nello Spazio economico europeo. Oggetto di collusione da parte di queste imprese sarebbe stata anche la tempistica per l’introduzione delle tecnologie di emissione per i camion medi e pesanti, al fine di rispettare le sempre più severe norme europee sulle emissioni (da Euro III fino ad Euro VI attualmente in vigore).
Infine, i produttori di camion si sarebbero coordinati per scaricare sui clienti i maggiori costi derivanti dall’adattamento alle nuove tecnologie di emissione necessarie.
Soggetti interessati
Le vittime del comportamento anticoncorrenziale sono coloro che hanno acquistato dalle case costruttrici coinvolte, anche attraverso leasing, camion sia nuovi che usati di medie (da 6 a 16 tonnellate) e/o grandi dimensioni (oltre le 16 tonnellate) e che siano stati immatricolati nel periodo tra il 1997 al 2011, con probabile estensione fino al 2013 (secondo la letteratura economica, infatti, dopo la fine del “cartello” i prezzi non tornano immediatamente a un livello competitivo, ma impiegano un periodo di circa 2 anni).
Tutti coloro, singoli e imprese, che ritengono di aver subito un danno, potranno adire i tribunali degli Stati membri per richiederne il risarcimento. Infatti, secondo il Regolamento del Consiglio UE n.1/2003, secondo la giurisprudenza della Corte di giustizia europea (Corte Giust. UE Caso C-295/04) e secondo la giurisprudenza nazionale (Cassaz. Civ. n. 2305/2007), una decisione della Commissione europea costituisce una prova acquisita del sussistere del comportamento e della sua natura illecita.
Risarcimento danni
Il danno risarcibile consiste nel sovraprezzo causato dal cartello e verrà quantificato nel giudizio civile tramite una consulenza tecnica d’ufficio. Il CTU sarà chiamato a stabilire quale sarebbe stato il prezzo del camion in assenza di “cartello” e il conseguente danno. L’azione legale potrà essere attivata singolarmente o aderendo ad una class action (azione di classe collettiva promossa da uno o più utenti, i quali agiscono in proprio oppure dando mandato ad un'associazione alla quale partecipano). In entrambi i casi bisognerà attendere che i singoli Stati membri, entro la data del 27.12.2016, dettino le condizioni e le modalità delle richieste di risarcimento danni (Direttiva sulle azioni per danni 2014/104/UE).
In attesa di ricevere le vostre eventuali segnalazioni rispetto a quanto sopra richiesto (Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.) , ci riserviamo di ritornare sull’argomento non appena in possesso di ulteriori informazioni in merito.
Per chiarimenti resta a disposizione il funzionario Confartigianato Vicenza Maurizio Petris (tel. 0444/168432).