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ne n. 172 del 13 luglio 2007).

Quindi, anche l’appaltatore (oltre al subappaltatore) che opera nel settore edile, applica il regime del reverse charge relativamente alle prestazioni rese nei confron-ti dei committenti Arexpo SpA ed Expo 2015 SpA, con i sottoindicati effetti:

- l’ appaltatore emette la fattura relativa alla prestazio-ne effettuata secondo quanto prescritto dall’articolo 21 del D.P.R. n. 633/1972, senza addebitare l’IVA, in-dicando, espressamente, che trattasi di “Fattura emes-sa ai sensi dell’articolo 17, comma 6, del D.P.R. n. 633 del 1972”;

- i committenti Arexpo SpA ed Expo 2015 SpA , che rice-vono la prestazione:

- integrano la fattura ricevuta con l’indicazione dell’ali-quota e della relativa imposta;

- annotano la fattura nel registro delle fatture emesse entro il mese di ricevimento o successivamente, ma comunque entro 15 giorni dal ricevimento e con rife-rimento al relativo mese; inoltre, provvedono a regi-strare, ai fni della detrazione, la fattura integrata an-che nel registro degli acquisti.

La disposizione in argomento trae origine dalla possi-bilità, prevista dal comma 7 dell’articolo 17 del D.P.R. n. 633/72, di estendere il meccanismo del reverse char-ge alle “ulteriori operazioni individuate dal Ministro dell’economia e fnanze, con propri decreti, in base alla direttiva 2006/69/Ce del Consiglio, del 24.07.06 (…)” . L’articolo 199, comma 1, della Direttiva IVA prevede la possibilità per gli Stati membri di stabilire che il debito-re dell’IVA sia il soggetto passivo nei cui confronti sono effettuate le operazioni ivi individuate, tra le quali alle lettere a) e b) del primo comma sono rispettivamente indicate “le prestazioni di servizi di costruzione, inclusi i servizi di riparazione, pulizia, manutenzione, modifca e demolizione relative a beni immobili nonché la conse-gna di lavori immobiliari, considerata cessione di beni ai sensi dell’art. 14, paragrafo 3,” e la “messa a disposizio-ne di personale per l’esecuzione delle attività di cui alla lettera a)“. Il successivo comma 2 prevede che gli Stati membri, qualora applichino l’inversione contabile per le sopraindicate prestazioni, possono defnire le cessioni di beni e le prestazioni di servizi contemplate e le catego-rie di prestatori, cedenti, acquirenti o destinatari cui tali misure possono applicarsi.

Nel caso specifco, il legislatore italiano ha ulteriormen-te circoscritto i committenti, individuando esclusiva-mente nell’Arexpo SpA ed Expo 2015 SpA quelli nei cui confronti gli appaltatori, che operano nel settore edile, applicano il meccanismo del reverse charge.

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SISTEMI E Categorie

23 Decreto Sviluppo: 190 milioni di euro per lo

sviluppo della mobilità sostenibile elettrica.

Disposizioni per favorire lo sviluppo della mobilità me-diante veicoli a basse emissioni.

Pare proprio che il Futuro Elettrizzante pronosticato da Confartigianato Vicenza sia sempre più vicino. Negli stessi giorni in cui in molte stazioni di servizio la benzi-na ha superato la soglia di 1,9 € al litro (e non accenna a rallentare la sua crescita), è diventata legge il Decreto Sviluppo che in corsa si è dotato di un nuovo capitolo tutto dedicato alla mobilità elettrica sostenibile. Le modifiche apportate sul testo del disegno di legge del Decreto Sviluppo (DL 83/2012 recante misure ur-genti per la crescita del Paese) includono un nuovo ca-pitolo - il capo IV-bis al titolo I - dedicato interamente alle disposizioni per favorire lo sviluppo della mobilità mediante veicoli a basse emissioni .

Gli articoli della norma puntano a favorire la realizzazio-ne di reti infrastrutturali per la ricarica dei veicoli elet-

trici ed ibridi sostenendo la sperimentazione e la dif-fusione di flotte pubbliche e private di veicoli. Per fare questo vengono affrontate questioni di urbanistica, in-dicando gli obblighi per l’installazione nei prossimi ani delle colonnine e prevedendo inoltre un piano per l’in-frastrutturazione nazionale.

A sostegno di questa azione per la crescita il provve-dimento prevede interessanti incentivi in partenza del prossimo anno e per i tre anni successivi.

Disposizioni di edilizia ed urbanistica

Entro il 2014, i Comuni dovranno aggioranre il loro re-golamento edilizio, infatti il rilascio del permesso di co-struire sarà vincolato alla presenza colonnine di ricarica per le auto elettriche.

La norma, contenuta nell’art. 17 bis del Decreto Crescita, prevede che per il conseguimento del titolo abilitativo, per gli edifici privati di nuova costruzione ad uso diver-so da quello residenziale con superficie utile superiore a 500 metri quadri, e per i relativi interventi di ristrut-turazione edilizia, diventi obbligatoria l’installazione di infrastrutture elettriche per la ricarica dei veicoli tali da permettere la connessione di una vettura da ciascuno spazio destinato a parcheggio coperto o scoperto e da ciascun box auto.

Ma le dotazioni infrastrutturali per la mobilità sostenibi-le arriveranno anche per gli edifici a uso residenziale. La stessa norma, infatti, ammette la possibilità (non l’obbli-go) per tutti i condomini, di procedere all’installazione con una delibera assembleare approvata con un numero di voti che rappresenti la maggioranza degli intervenuti e almeno la metà del valore dell’edificio.

Le infrastrutture destinate alla ricarica dei veicoli ali-mentati ad energia elettrica, anche se private, costitui-scono opere di urbanizzazione primaria e possono quin-di essere realizzate in tutto il territorio comunale in re-gime di esenzione dal contributo di costruzione. Queste pianificazioni dovranno comunque essere armo-nizzate dalle leggi regionali che prevedranno uno stan-dard minimo di dotazione di impianti di ricarica dei vei-coli alimentati ad energia elettrica ad uso collettivo per le commerciali, terziarie e produttive.

Il piano nazionale per la mobilità sostenibile

Ma la nuova legge prevede anche un Piano nazionale infrastrutturale per la ricarica dei veicoli alimentati ad energia elettrica. Questo piano però dovrà essere pub-blicato entro i prossimi mesi e andrà aggiornato di an-no in anno fino alla realizzazione di reti infrastrutturali per la ricarica dei veicoli alimentati ad energia elettrica nonché la realizzazione di interventi di recupero del pa-trimonio edilizio finalizzati allo sviluppo delle reti. Lo scopo del piano è quello di favorire uno sviluppo uni-tario tenendo conto dell’effettivo fabbisogno infrastrut-turale sulla base del tasso di congestione da traffico veicolare, la criticità dell’inquinamento atmosferico e lo sviluppo della rete stradale.

Essenzialmente il piano prevedrà l’istituzione di un ser-vizio di ricarica dei veicoli interoperabile a livello eu-ropeo, definendo la regolamentazione dei tempi e dei modi di ricarica, nonché le tariffe.

Il piano nazionale comprende inoltre la realizzazione di programmi integrati di promozione dell’adeguamento tecnologico degli edifici esistenti e la promozione della ricerca tecnologica per la realizzazione di reti infrastrut-turali. In particolare nel caso di associazione tra provin-ce e comuni questi divengono di interesse strategico nazionale.

Il piano prevede la stipula di appositi accordi di pro-gramma con il Ministero delle infrastrutture e dei tra-sporti , promuovendo e valorizzando la partecipazione di soggetti pubblici e privati.

Per la realizzazione del piano il Governo ha messo in campo 50 milioni complessivi. La dotazione a disposi-zione del Ministero è pari a 20 milioni di € per l’anno 2013 e 30 milioni di € (15 +15) per il 2014 e 2015. Per le azioni di sviluppo indicate negli accordi di program-

6 InformaImpresa Venerdì 21 settembre 2012

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