La Corte di cassazione ha confermato la condanna per una gestione non autorizzata di rifiuti nei confronti di un soggetto che aveva utilizzato un terreno di proprietà, dove era stata realizzata la raccolta di autoveicoli in disuso con i relativi accessori e con la presenza di oli usati.
La Corte di Cassazione con la sentenza 28/12/2017, n. 57849, ha respinto il ricorso del titolare del terreno, confermando quindi la sentenza del tribunale di Palermo che aveva applicato un regime sanzionatorio in ragione dell’ingente quantità di rifiuti, che da un lato esclude la natura colposa del reato, e dall’altro porta a presumere che non si era in presenza di una semplice condotta dismissiva dei rifiuti (deposito o abbandono), ma bensì dello svolgimento “sia pure elementare” di attività di gestione dei rifiuti stessi in quanto raccolti nell’unico sito.
In allegato la sentenza della Corte di Cassazione 28/12/2017, n. 57849.