Dalla riforma introdotta dal D.Lgs. 8/2016 si è creato un doppio binario riguardo l’omesso versamento delle ritenute previdenziali operate sulle retribuzioni dei lavoratori dipendenti e sui compensi dei collaboratori, in base al valore dell’omissione. Dell’argomento era stato trattato compiutamente in InformaImpresa con notizia n. 2521 del 9 febbraio 2016 (vedi l'articolo collegato).
Qualora il valore dell’omissione non superi complessivamente gli € 10.000 verrà applicata la sanzione amministrativa pecuniaria da € 10.000 ad € 50.000. Concretamente, poiché non è applicabile l’istituto della diffida ma quello del pagamento in misura ridotta di cui all’art. 16, L. 689/1981 (importo di miglior favore tra il doppio del minimo e un terzo del massimo) la sanzione effettiva sarà di € 16.666,67.
Se invece le ritenute omesse superano gli € 10.000 la fattispecie si configura come reato, punibile con la sanzione penale della reclusione fino a tre anni e con la multa di € 1.032,91.
L’accertamento della violazione viene notificato dall’INPS tramite PEC con una diffida al versamento; qualora si adempia entro il termine assegnato di tre mesi sia la sanzione penale che l’illecito amministrativo vengono meno.
Con messaggio (non ancora pubblicato sul sito) n. 3691 dell’8 ottobre scorso l’INPS ha comunicato che l’applicativo di gestione degli illeciti G.IL.D.A, in uso agli operatori dell'Istituto, è stato implementato della funzione per l’emissione delle denunce di reato; nello stesso messaggio ha precisato che l’Istituto ha l'obbligo di effettuare denuncia di reato all’autorità giudiziaria anche se la regolarizzazione avviene entro i termini assegnati.
Ciò significa che l’INPS procederà alla denuncia all’autorità giudiziaria in tutti i casi in cui il valore dell’omissione superi complessivamente gli € 10.000; nel caso in cui intervenga la regolarizzazione, il reato si estinguerà, diversamente il processo penale seguirà il suo corso.
Al di là dell’applicazione delle previsioni di legge, preme sottolineare che permangono numerose incertezze di ordine pratico e di carattere procedurale. Se infatti nei casi più lineari non sembrano esservi eccessive criticità, la questione si complica in presenza di situazioni più complesse, quali ad esempio la presenza di rateazioni concesse dalla Riscossione dei tributi. A distanza di più di due anni non sono ancora state dettate le linee guida per la gestione delle varie casistiche.
Importante quindi per il datore/committente che si trovi in questa situazione è informare il proprio consulente perché vengano intraprese da subito tutte le azioni per regolarizzare la posizione aziendale.