Nella serata del 27 gennaio 2022, è stato pubblicato in G.U. il decreto legge “Sostegni – Ter” che contiene, nell’articolo 28, l’ulteriore “stretta” alla possibilità di cedere i crediti fiscali.
Il Decreto, compresa la disposizione in commento, entra in vigore lo stesso giorno della pubblicazione (27 gennaio 2022) come previsto all’articolo 33.
L’articolo 28 introduce le seguenti novità in materia di circolazione dei crediti fiscali:
Sconto in fattura
Nel caso in cui il fornitore abbia concesso lo sconto in fattura, il medesimo può cedere una sola volta il credito a terzi, comprese le banche, dopodiché il credito diventa incedibile.
Cessione del credito
In caso di cessione del credito, il primo cessionario non può cedere ulteriormente il credito.
Periodo Transitorio
Viene fissata la data del 7 febbraio 2020 quale termine entro il quale possono essere “smaltiti” i crediti pregressi.
Alla luce della disposizione contenuta nel comma 2, i crediti che alla data del 7 febbraio 2022 hanno già costituito oggetto di opzione (anche per “n volte”), possono essere ulteriormente ceduti una sola volta.
Gli imprenditori che eventualmente hanno già acquistato il credito (in luogo della concessione dello sconto in fattura), possono cederlo una ulteriore volta.
Il successivo comma 3 stabilisce che sono nulli i contratti di cessione conclusi in violazione delle predette disposizioni.
Risulta evidente che le continue modifiche alla disciplina dei crediti fiscali susseguite negli ultimi tempi (dal DL “antifrode” dello scorso 11 novembre) determinano incertezza al mercato e producono l’indesiderato effetto (almeno dal versante delle imprese) di bloccare le operazioni, anche quelle che non presentano profili patologici o di rischio.
Confartigianato ha già rappresentato nelle sedi istituzionali che limitare ad una sola cessione il trasferimento dei crediti determina un rallentamento delle operazioni di acquisto da parte degli operatori finanziari che sono prossimi al raggiungimento della loro capacità di “assorbimento” in compensazione dei crediti stessi con inevitabili incrementi di oneri finanziari. Inoltre, si contrae il numero degli operatori che possono operare acquisizioni.
Confartigianato si era già attivata, fin dai primi esiti del Consiglio dei Ministri che ha approvato il decreto, per richiedere interventi correttivi del testo.
Ora Confartigianato interverrà, in coordinamento con le altre rappresentanze d’impresa, in sede di dibattito parlamentare per richiedere lo stralcio della norma e, in subordine, per sostenerne la modifica al fine di rendere possibile almeno due cessioni e, in ogni caso, cessioni plurime nei confronti di soggetti istituzionali (banche, assicurazioni e soggetti iscritti all’albo degli intermediari finanziari).