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rinnovabili ed effcienti (con un costo di alcune migliaia di euro) grazie a un incentivo che coprirà mediamente il 40% dell’investimento e che verrà erogato in 2 anni (5 anni per gli interventi più onerosi).

Per quel che riguarda invece gli incentivi all’effcienza energetica per la Pubblica Amministrazione, il provve-dimento aiuta a superare le restrizioni fscali e di bilan-cio che non hanno fnora consentito alle amministra-zioni di sfruttare pienamente le potenzialità offerte dal risparmio energetico. I nuovi strumenti daranno dun-que un contributo essenziale anche al raggiungimen-to degli obiettivi europei in termini di riqualifcazione energetica degli edifci pubblici, dando a questo set-tore un ruolo di esempio e guida per il resto dell’eco-nomia.

Le tecnologie incentivate si dividono in due categorie. Per le rinnovabili termiche - solare termico, caldaie a biomassa, pompe di calore geotermiche e scalda acqua a pompa di calore - il nuovo “conto energia termico” varrà sia per i privati che per le amministrazioni pub-bliche, mentre per gli interventi di effcienza energetica – isolamento, serramenti e sostituzione degli impianti di riscaldamento con caldaie a condensazione – gli in-centivi varranno solo per la Pubblica Amministrazione: per questi interventi, infatti, i privati potranno contare sulle detrazioni fscali del 55%, che per ora sono proro-gate solo fno al 30 giugno 2013 ma che è intenzione - almeno secondo le dichiarazioni del MiSE e del Mini-stero dell’Ambiente - di riformare e rendere stabili. Per le energie rinnovabili termiche verranno incenti-vati impianti con potenza fno a 500 kW che dovranno avere determinati requisiti prestazionali. Fino a 35 kW l’incentivo verrà erogato su 2 anni, sopra quella taglia su 5 anni.

Il sistema stima la quantità di energia che l’impianto produrrà. Per esempio, per pompe di calore, caldaie e stufe la somma erogata verrà calcolata con una formu-la che tiene conto di un incentivo a kWh prodotto di-verso per taglia e tecnologia, della potenza della mac-china, della zona climatica in cui viene installata e, per caldaie e stufe, anche delle prestazioni in termini di emissioni.

Per il solare termico invece l’incentivo è per metro qua-dro installato: 170 euro/mq sotto ai 50 mq di superf-cie e 55 euro/mq per impianti oltre i 50 mq di super-fcie che salgono rispettivamente a 255 e 83 euro/mq nel caso di impianti che fanno anche solar cooling, cioè raffrescamento.

Per dare un’idea degli importi, un impianto solare ter-mico da 4 mq - 3.600 euro di costo indicativo - avrebbe diritto a 1.360 euro di incentivo spalmato su 2 anni, una pompa di calore elettrica da 24 kWt di potenza, costo indicativo 6.500 euro, se installata in zona cli-matica E riceverebbe 3.366 euro di incentivo in due anni, una stufa a pellet da 22 kWt di potenza, costo indicativo 4mila euro, sempre in zona D prenderebbe 1.690 euro in due anni. Cifre inferiori dell’attuale 55%, che hanno però il vantaggio di venire erogate in 2 anni contro i 10 delle detrazioni.

Gli incentivi, ricordiamo, non valgono per quegli im-pianti installati per coprire l’obbligo per gli edifci nuo-vi o ristrutturati, ma solo la quota eccedente all’adem-pimento dell’obbligo sarà incentivabile.

Non c’è invece un conto energia vero e proprio per gli interventi di effcienza energetica: qui l’incentivo– che, ricordiamo, è riservato agli enti pubblici - è pari a una percentuale della spesa, fatti salvi massimali di spesa

diversifcati, a volte, secondo le zone climatiche. Per tutti gli interventi di effcientamento, come anche per gli scaldacqua a pompa di calore incentivabili an-che per i privati, l’incentivo copre il 40% della spesa. Secondo le stime del Governo, le misure del decreto porteranno a un risparmio di 15,88 Mtep al 2020, con-tribuendo per il 90% dell’obiettivo sulle rinnovabili ter-miche in bolletta e per il 9% di quello sul risparmio energetico. Le risorse verranno dalle bollette del gas: stimando una spesa di circa 880 milioni l’anno, l’onere in bolletta di qui al 2020 a regime dovrebbe arrivare a circa il 2% del metro cubo di gas. Come sappiamo ci sarà un tetto di spesa annuale: 700 milioni di euro per i privati e 200 milioni per il pubblico; dopo sessanta giorni dal superamento di questi tetti, l’accesso agli in-centivi verrà chiuso. In ogni caso il limite di spesa verrà rivisto dopo 2 anni dall’entrata in vigore del decreto. Per approfondimenti consultare il link al sito

http://www.sviluppoeconomico.gov.it

alla notizia 826 su www.informaimpresa.it

14 InformaImpresa Venerdì 30 novembre 2012

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