Decreto Sviluppo: 190 milioni di euro per lo sviluppo della mobilità sostenibile elettrica
Pare proprio che il Futuro Elettrizzante pronosticato da Confartigianato Vicenza sia sempre più vicino. Negli stessi giorni in cui in molte stazioni di servizio la benzina ha superato la soglia di 1,9 € al litro (e non accenna a rallentare la sua crescita), è diventata legge il Decreto Sviluppo che in corsa si è dotato di un nuovo capitolo tutto dedicato alla mobilità elettrica sostenibile.
Le modifiche apportate sul testo del disegno di legge del Decreto Sviluppo (DL 83/2012 recante misure urgenti per la crescita del Paese) includono un nuovo capitolo - il capo IV-bis al titolo I - dedicato interamente alle disposizioni per favorire lo sviluppo della mobilità mediante veicoli a basse emissioni .
Gli articoli della norma puntano a favorire la realizzazione di reti infrastrutturali per la ricarica dei veicoli elettrici ed ibridi sostenendo la sperimentazione e la diffusione di flotte pubbliche e private di veicoli. Per fare questo vengono affrontate questioni di urbanistica, indicando gli obblighi per l’installazione nei prossimi ani delle colonnine e prevedendo inoltre un piano per l’infrastrutturazione nazionale.
A sostegno di questa azione per la crescita il provvedimento prevede interessanti incentivi in partenza del prossimo anno e per i tre anni successivi.
Disposizioni di edilizia ed urbanistica
Entro il 2014, i Comuni dovranno aggioranre il loro regolamento edilizio, infatti il rilascio del permesso di costruire sarà vincolato alla presenza colonnine di ricarica per le auto elettriche.
La norma, contenuta nell’art. 17 bis del Decreto Crescita, prevede che per il conseguimento del titolo abilitativo, per gli edifici privati di nuova costruzione ad uso diverso da quello residenziale con superficie utile superiore a 500 metri quadri, e per i relativi interventi di ristrutturazione edilizia, diventi obbligatoria l’installazione di infrastrutture elettriche per la ricarica dei veicoli tali da permettere la connessione di una vettura da ciascuno spazio destinato a parcheggio coperto o scoperto e da ciascun box auto.
Ma le dotazioni infrastrutturali per la mobilità sostenibile arriveranno anche per gli edifici a uso residenziale. La stessa norma, infatti, ammette la possibilità (non l’obbligo) per tutti i condomini, di procedere all’installazione con una delibera assembleare approvata con un numero di voti che rappresenti la maggioranza degli intervenuti e almeno la metà del valore dell’edificio.
Le infrastrutture destinate alla ricarica dei veicoli alimentati ad energia elettrica, anche se private, costituiscono opere di urbanizzazione primaria e possono quindi essere realizzate in tutto il territorio comunale in regime di esenzione dal contributo di costruzione.
Queste pianificazioni dovranno comunque essere armonizzate dalle leggi regionali che prevedranno uno standard minimo di dotazione di impianti di ricarica dei veicoli alimentati ad energia elettrica ad uso collettivo per le commerciali, terziarie e produttive.
Il piano nazionale per la mobilità sostenibile
Ma la nuova legge prevede anche un Piano nazionale infrastrutturale per la ricarica dei veicoli alimentati ad energia elettrica. Questo piano però dovrà essere pubblicato entro i prossimi mesi e andrà aggiornato di anno in anno fino alla realizzazione di reti infrastrutturali per la ricarica dei veicoli alimentati ad energia elettrica nonché la realizzazione di interventi di recupero del patrimonio edilizio finalizzati allo sviluppo delle reti.
Lo scopo del piano è quello di favorire uno sviluppo unitario tenendo conto dell'effettivo fabbisogno infrastrutturale sulla base del tasso di congestione da traffico veicolare, la criticità dell’inquinamento atmosferico e lo sviluppo della rete stradale.
Essenzialmente il piano prevedrà l'istituzione di un servizio di ricarica dei veicoli interoperabile a livello europeo, definendo la regolamentazione dei tempi e dei modi di ricarica, nonché le tariffe.
Il piano nazionale comprende inoltre la realizzazione di programmi integrati di promozione dell’adeguamento tecnologico degli edifici esistenti e la promozione della ricerca tecnologica per la realizzazione di reti infrastrutturali. In particolare nel caso di associazione tra province e comuni questi divengono di interesse strategico nazionale.
Il piano prevede la stipula di appositi accordi di programma con il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti , promuovendo e valorizzando la partecipazione di soggetti pubblici e privati.
Per la realizzazione del piano il Governo ha messo in campo 50 milioni complessivi. La dotazione a disposizione del Ministero è pari a 20 milioni di € per l'anno 2013 e 30 milioni di € (15 +15) per il 2014 e 2015. Per le azioni di sviluppo indicate negli accordi di programma il Ministero dei trasporti parteciperà fino al 50% delle spese sostenute per l’acquisto e l’installazione delle infrastrutture.
Azioni di sostegno della ricerca
Il decreto prevede inoltre di incentivare la ricerca per risolvere i problemi tecnici della nuova infrastruttura. In particolare le misure che andranno incentivate riguardano programmi di ricerca finalizzati alla progettazione dei dati e dei sistemi per le stazioni di ricarica, la progettazione e modifiche delle reti di distribuzione dell'energia elettrica, gli studi di valutazione delle problematiche esistenti e dei probabili sviluppi futuri relativi, la realizzazione di un’unità di bordo che comunica con la stazione di ricarica, lo sviluppo di soluzioni per l'integrazione e l’interoperabilità tra dati e sistemi a supporto delle stazioni di ricarica e relative unità di bordo e la ricerca sulle batterie ricaricabili.
Incentivi per l'acquisto di veicoli
La norma infine stabilisce i contributi per l’acquisto e anche la locazione finanziaria, dei veicoli elettrici e a basse emissioni. Sono previsti diversi incentivi per le auto ecologiche in ragione della diversa capacità di raggiungere obiettivi di contenimento delle emissioni.
I contributi verranno concessi dall’inizio del prossimo anno per l'acquisto di auto a basse emissioni complessive, che producono cioè fino a 120 grammi al chilometro di CO2.
Per il 2013 e il 2014 l’incentivo corrisponde al 20% del veicolo, mentre nel 2015 la percentuale scenderà al 15% nel 2015. L’incentivo più alto, concesso alle vetture con emissioni inferiori a 50 g/km , ha un tetto massimo di 5.000 €, nel 2013 e 2014 che scende nel 2015 a 3.500 €. Per le vetture con emissioni inferiori ai 95 g/km nel 2013 e il 2014 il tetto massimo sarà di 4000 € e nel 2015 di 3000 €. Per le vetture con emissioni inferiori ai 120 g/km nel 2013 e il 2014 il tetto massimo sarà di 2000 € e nel 2015 di 1800 €.
Per l’erogazione degli incentivi viene messo in campo un fondo di 140 milioni di euro complessivi presso il Ministero dello Sviluppo Economico. La dotazione a disposizione del Ministero è pari a 50 milioni di € per l'anno 2013 e 90 milioni di € (45 +45) per il 2014 e 2015.
E’ importante sottolineare che il fondo è indirizzato per il 70% alle imprese e ai mezzi della pubblica amministrazione. Al bonus potranno accedere solo coloro che acquistano in Italia, anche in leasing, un veicolo nuovo a basse emissioni complessive e che rottamano un mezzo di cui siano proprietari o utilizzatori (nel caso del leasing) da almeno 12 mesi.
Un innovazione è l’ultimo articolo che mira a sostenere il retrofit elettrico delle vetture : la conversione, cioè, di un'auto a combustibile tradizionale in una vettura elettrica. Il Ministero dei trasporti infatti potrà esentare questi veicoli dalla necessità di ottenere l'eventuale nulla osta della casa costruttrice del veicolo.