Cassazione: materiale ferroso e altro raccolto in strada, perché abbandonato, è sempre rifiuto
Il ricorso presentato alla Corte di Cassazione (che l’ha rigettato) sosteneva che quanto raccolto su strada e caricato su motocarro (reti in ferro, un lavello da cucina, sedie in ferro, una stufa ed altro materiale ferroso) doveva essere considerato come beni che erano destinati ad essere riutilizzati, previa rivendita ad terzi, nella loro funzione originaria, e che quindi non avrebbero potuto essere classificati come rifiuti.
La Corte ha affermato che già da tempo la giurisprudenza di legittimità ha chiarito che le caratteristiche del rifiuto e la sua classificazione, considerata la natura, non necessitano, di regola, di particolari verifiche o analisi, essendone immediatamente rilevabile la provenienza, trattandosi di materiali di cui solitamente ci si disfa, salvo destinarli a successivi impieghi che vanno, però, dimostrati.
Nella specie, la Corte d'appello ha dato atto della natura di rifiuti di quanto raccolto e trasportato dagli imputati, trattandosi di oggetti vari in ferro abbandonati, di cui i proprietari si erano disfatti (come peraltro riconosciuto dagli stessi imputati), e, sia pure implicitamente (disattendendo il gravame degli imputati), dell'assenza di qualsiasi elemento circa il loro riutilizzo secondo la funzione loro propria, che, stante l'evidenziata pacifica natura di rifiuti di quanto trasportato dal ricorrente, sarebbe stato onere di quest'ultimo dimostrare.
Di fatto quanto abbandonato in strada si configura come rifiuto (qualcuno se ne è disfatto).
In allegato la sentenza della Corte di Cassazione 06/04/2016, N. 13734.