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ARERA – Autorità per l’energia - segnala al Parlamento e al Governo di evitare l’utilizzo degli oneri generali in bolletta per finalità non energetiche

Rischio ripercussioni sui costi delle famiglie e imprese per un possibile prelievo di 650 milioni di euro dalla CSEA a favore di Alitalia

Importante intervento dell’ARERA - l’Autorità per l’energia e il gas, che segnala al Governo e al Parlamento l’inopportunità di prelevare 650 milioni di euro dalla Cassa per i servizi energetici e ambientali (CSEA) per garantire l’attività di Alitalia.

Nella sostanza due articoli del decreto legge che prevede “misure urgenti per la crescita”, attualmente in discussione per la conversione in legge, stabiliscono il prelievo della cifra sopra evidenziata a favore di Alitalia.

Tale eventuale decisione rischia di “impoverire” le disponibilità finanziarie della CSEA, che sono funzionali in determinati momenti al contenimento dei costi della bolletta elettrica delle famiglie e delle imprese.

La conseguenza di tale decisione potrebbe quindi tramutarsi in un incremento improprio dei prezzi dell’energia (ancora una volta a carico della collettività) al fine di salvare il vettore, ancora commissariato, e alla ricerca di uno o più nuovi partner. Vale la pena di ricordare che l'allarme arriva direttamente dall'Autorità per l'Energia che è un soggetto al di sopra delle parti, e che dichiara l’inopportunità di tale possibile decisione.

Ma da dove arriverebbero esattamente questi 650 milioni? Si chiamano «oneri di sistema» e vengono pagati in bolletta da cittadini e imprese — inseriti in una voce esplicitata in fattura — assolutamente indipendenti dai consumi di energia elettrica e destinati a costituire un “fondo” istituito per evitare ripercussioni a famiglie e imprese nel caso di forti aumenti tariffari.

Un fondo che poi viene restituito periodicamente ai clienti in quei trimestri in cui il prezzo dell'elettricità o del metano sale in modo considerevole. Come scrive l'Autorità, i soldi messi da parte servono in sostanza «alla mitigazione degli effetti per i clienti finali, in caso di forti oscillazioni dei costi di generazione o di approvvigionamento dell'energia».

Togliendo quindi 650 milioni dalla CSEA diventa concreto il rischio che il fondo non sia poi sufficiente per "mitigare" il rincaro dei prezzi.

ARERA con la sua segnalazione (n. 212 del 2019) suggerisce di considerare i 650 milioni di euro come un versamento “una tantum”, prevedendo nel contempo in termine per la restituzione dello stesso alla CSEA. Ipotesi che comunque è difficilmente condivisibile dalla collettività, in quanto si ritiene (e lo dice la stessa ARERA) che “l’utilizzo di tali cospicui importi per finalità differenti rispetto a quelle per le quali sono stati raccolti determina costi esogeni a carico del sistema energetico, e quindi su famigli e imprese”.

 

In allegato la segnalazione di ARERA 212/2019 e il relativo comunicato stampa

  • Data inserimento: 31.05.19