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Energia elettrica: da gennaio 2014 le piccole imprese e le famiglie troveranno nella bolletta un nuovo onere da pagare

Dal 2014 viene aggiunta la componente “AE” che prevede ulteriori costi per le forniture di energia elettrica. Questi maggiori costi, che pagheranno le piccole imprese e le famiglie, serviranno a ridurre gli oneri di sistema delle aziende energivore

Con il decreto ministeriale del 05 aprile 2013, le impresa energivore potranno ottenere  agevolazioni sugli oneri di sistema imputati nella bolletta elettrica.

Gli oneri di sistema sono le componenti A, UC, MCT che compaiono nella fattura relativa alla fornitura di energia elettrica, che sono imposte dall’Autorità per l’energia elettrica ed il gas, ed il cui gettito è funzionale alla copertura di alcuni costi di sistema come ad esempio la gestione dello smaltimento delle vecchie scorie nucleari presenti nel Paese, l’incentivazione dell’energie da fonte rinnovabile, il finanziamento della ricerca, per consentire alle Ferrovie dello Stato un regime agevolato….ecc.

Si definisce impresa energivora quell’azienda che in un anno ha consumato più di 2 milioni e 400 mila kWh di energia elettrica, ed il cui indice dato dal rapporto tra spesa elettrica e fatturato annuo supera il 2%.

Già con queste precisazioni si intuisce che la stragrande maggioranza delle piccole imprese non potrà beneficiare di questi “tagli”.

Ridurre gli oneri per le imprese energivore, a livello nazionale, comporterà un mancato gettito presso la Cassa Conguaglio per il Settore Elettrico per circa 800 milioni di euro su base annua, che deve essere colmato in altro modo.

Il mancato gettito derivante dalla riduzione degli oneri per le imprese energivore, verrà comunque “coperto” da tutte le altre utenze (famiglie e aziende appartenenti al settore dell’artigianato, del commercio, dei servizi) e lo si farà applicando nella bolletta elettrica una nuova componente denominata “AE”, che andrà ad aggiungersi alle altre componenti A, UC, MCT, finora presenti.

Entrando nel merito dei numeri, tale componente per le utenze allacciate in Bassa tensione diverse dall’utenza domestica, è stata definita per il primo trimestre 2014 pari a 0,469 cent€/kWh (=0,00469 €/kWh).

Per fare un esempio, un’azienda che consuma annualmente 50.000 kWh (cioè che spende in bollette elettriche circa annualmente 9.000/10.000 euro, IVA esclusa) dovrà pagare nel 2014 circa 234,5 euro in aggiunta ai già esosi oneri di sistema in vigore, per consentire alle imprese energivore di avere un calo degli oneri di sistema nelle loro fatture.

Proporzionalmente, l’azienda che consuma circa 100.000 kWh/anno, pagherà in aggiunta, per questa nuova componente “AE” altri 469 euro/anno all’interno degli oneri di sistema, la parrucchiera che consuma circa 10.000 kWh/anno verserà circa 46,9 euro l’anno in più … e così via in proporzione ai consumi elettrici.

Rimanendo sull’esempio dell’azienda da 50.000 kWh di consumo annuo allacciata in Bassa tensione, e ipotizzando che i valori degli oneri di sistema validi per il 1° trimestre 2014 saranno uguali per tutti gli altri trimestri dello stesso anno (si evidenzia che gli stessi, esclusa la componente AE, ammontano nel 1° trim. 2014 a 6,367 cent€/kWh), si otterrà un costo complessivo di circa 3.183,6 €, di cui l’85% di esso relativo alla sola componente A3, quella che finanzia il contributo ventennale verso quanti hanno aderito ai vari conti energia per ottenere l’incentivazione sull’installazione dei pannelli fotovoltaici.

Praticamente in aggiunta a questi già elevati 3.183,6 euro/annui (sulla presunta spesa annua di 9.000/10.000 euro), si sommeranno altri 234,5 euro per poter permettere di calare gli oneri di sistema verso le aziende energivore. L’azienda da 50.000 kWh/anno verserà per la Cassa Conguaglio per il Settore Elettrico circa 3.418,1 euro in un anno; proporzionalmente l’azienda da 100.000 kWh/anno in Bassa tensione sborserà circa 6.836,2 euro l’anno.

Da una parte si agevolano le aziende maggiormente strutturate, ma dall’altra si appesantisce la spesa alle aziende non energivore. E’ evidentemente un criterio che lascia fortemente perplessi, anzi a giudizio della Confartigianato è assolutamente sbagliato e ingiusto, in quanto la pressione impositiva verso le aziende artigiane assume proporzioni sempre più rilevanti.

Nella sola provincia di Vicenza se ipotizziamo che il consumo medio aziendale possa essere in via del tutto approssimativo, per le piccole imprese artigiane, pari a 40.000 kWh/anno, per circa 27.000 aziende, vorrebbe dire che il consumo energetico dell’artigianato nella nostra provincia potrebbe essere pari a 1.080.000.000 kWh/anno. Applicando la nuova componente AE, vorrebbe dire che le aziende dell’artigianato vicentino, avranno un aumento annuale complessivo dei costi energetici di circa 5.065.200 euro, che contribuiranno alla riduzione degli oneri di sistema delle imprese energivore.

Ancora una volta la piccola impresa, come pure le famiglie, pagano una tassa occulta, per favorire l’erogazione di agevolazione di altri soggetti, ed in questo caso, i forti consumatori di energia elettrica.

  • Data inserimento: 08.01.14