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Nasce la TARI 2 - Nuovo metodo tariffario nazionale e più trasparenza. A ottobre saranno definiti i criteri da applicare a partire dal 2020. Più tempo ai piccoli Comuni.

La scorsa settimana in un incontro a Roma Arera ha spiegato come funzionerà il nuovo sistema. La riunione ha coinvolto 650 rappresentanti degli enti locali, dei consorzi e delle associazioni di categoria.

La Tari - tassa sui rifiuti sta cambiando in maniera profonda e si può tranquillamente parlare di una Tari 2. Entro il 2019 verrà elaborato un nuovo metodo tariffario: sarà a carattere nazionale e non più predeterminato dai Comuni come avviene ora. Le redini del cambiamento sono in mano all’Arera, l’Autorità di regolazione per energia, reti ed ambiente, che ha stabilito i criteri cui i Comuni dovranno adeguarsi per applicare agli utenti questa nuova imposta nel biennio 2020-2021.

Durante l’estate 2019 ARERA ha coinvolto tutti gli attori coinvolti in una serie di consultazioni in modo da rilevare le maggiori criticità nel passaggio da migliaia di singoli regolamenti calati sulla realtà territoriale a 4 regolamenti tipo elaborati a livello centrale.

Entro l’anno le amministrazioni locali dovranno emettere i provvedimenti relativi alla Tari per i propri cittadini e le imprese ed avranno a disposizione una nuova metodologia tariffaria che sarà pronta entro ottobre in modo che i Comuni possano definire i propri piani finanziari e approvare le nuove tariffe.

Saranno premiati quei Comuni che risulteranno in grado di gestire integralmente il ciclo dei rifiuti nel proprio ambito locale, in coerenza con le Direttive europee sull’economia circolare. Per i Comuni fino a 5 mila abitanti, è prevista un’introduzione più graduale delle nuove normative e un anno di tempo in più per adeguarsi al nuovo sistema tariffario che così partirà dal 2021.

Il perimetro dei servizi compresi nella Tari sarà più circoscritto rispetto all’attuale: comprenderà solo quelli di spazzamento e lavaggio strade, raccolta e trasporto, trattamento recupero e smaltimento, riscossione e rapporto con gli utenti.

Rimarranno perciò fuori dalle tariffe regolamentate dall’Arera molte attività collaterali come la derattizzazione, la raccolta e lo smaltimento dell’amianto, la gestione del verde pubblico, la manutenzione delle fontane, la disinfestazione delle zanzare e lo spazzamento della neve.

Sono previsti anche obblighi di trasparenza nelle fatture emesse verso l’utenza che dovranno essere chiare e complete di tutte le informazioni utili a far capire l’applicazione della tariffa ed il calcolo degli importi addebitati. I Comuni dovranno predisporre e pubblicare online la Carta della qualità con la descrizione dei servizi e comunicare ai cittadini con largo anticipo qualsiasi variazione di rilievo nelle condizioni di erogazione dei servizi.

Nell’affrontare queste novità l'Autorità di regolazione per energia, reti e ambiente (ARERA) si è mossa lungo due binari paralleli:

  • maggiore chiarezza e trasparenza nell'indicazione di tutti i costi sostenuti nella filiera;

 

  • tenuta sotto controllo degli aumenti delle tariffe: le amministrazioni comunali potranno rivedere i costi verso l'alto solamente in cambio del miglioramento del servizio proposto. L'aggravio delle spese a carico dei contribuenti non può quindi essere utilizzato per finanziare mancanze o per un maggior profitto fine a se stesso.

Una delle principali novità è il mancato pagamento dei debiti dei cittadini morosi da parte del resto dei contribuenti. Si tratta di una procedura attualmente in vigore (è una delle principali ragioni della continua variazione della somma richiesta dal comune di residenza) che ha chiamato tutti i contribuenti a ripianare le mancanze di chi a vario titolo non ha pagato la somma richiesta per il servizio comunale di raccolta, trasporto e smaltimento.

Nella sostanza questa pratica non viene definitivamente cancellate ma derubricata a ultima carta in possesso degli enti locali per recuperare gli importi mancanti degli anni precedenti. A differenza di quanto accade adesso, prima di spalmare i debiti sulla totalità dei residenti, i Comuni dovranno mettere in moto tutte le procedure esecutive possibili, anche per via giudiziaria, per recuperare questi importi e non sarà sufficiente che siano trascorsi sei mesi dalla notifica della cartella o dell'ingiunzione per dichiarare inesigibili queste somme.

Infine, al pari di quanto avviene con le altre utenze, anche nel caso delle bollette dei rifiuti, le amministrazioni comunali dovranno dettagliare i costi ovvero specificare perché è richiesto proprio quell'importo e quali spese copre tra recupero e smaltimento rifiuti, raccolta e trasporto, lavaggio delle strade o spazzamento. Il tutto, assicura l'Autorità di regolazione per energia, reti e ambiente, in nome della trasparenza. Nel medio periodo, l'obiettivo dichiarato è l'annullamento delle differenze sulle tariffe delle utenze del servizio rifiuti tra Comuni vicini.

  • Data inserimento: 16.09.19