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Lavoro accessorio (voucher) e prestazioni di sostegno al reddito. Circolare INPS 170/2015.

L’INPS con circolare n. 170/2015 fornisce chiarimenti in merito alla compatibilità e cumulabilità delle somme percepite dal lavoratore tramite voucher e le prestazioni di sostegno al reddito.

L’INPS, con la circolare n. 170 del 13 ottobre 2015, descrive, in maniera sintetica, l’istituto del lavoro accessorio, con particolare riferimento alla sua compatibilità e cumulabilità con le prestazioni di sostegno al reddito (indennità di mobilità, NASpI, disoccupazione agricola, Cassa Integrazione Guadagni).

L’art. 48 del D. Lgs. 81/2015 ha riscritto la disciplina del lavoro accessorio, rendendo, inoltre, strutturale la misura sperimentale (prevista per gli anni precedenti), che consente ai percettori di ammortizzatori sociali di rendere prestazioni di lavoro accessorio in tutti i settori produttivi, compresi gli enti locali, nel limite complessivo di 3.000 euro di corrispettivo per anno civile (dal 1 gennaio al 31 dicembre).

L’INPS precisa che la nuova disciplina trova applicazione anche alle fattispecie sorte già nel periodo del 2015 precedente all’entrata in vigore del D. Lgs. 81/2015.

  1. Lavoro accessorio e indennità di mobilità

Dal 1 gennaio 2015 l’indennità di mobilità è interamente cumulabile con i compensi derivanti dallo svolgimento di lavoro accessorio nel limite complessivo di euro 3.000 per anno civile.

Per i compensi che superano detto limite, fino a 7.000 euro per anno civile (limite massimo annuale rivalutabile di reddito percepibile nell’ambito del c.d. lavoro accessorio), il reddito derivante dallo svolgimento del lavoro accessorio sarà compatibile e cumulabile con l’indennità di mobilità nei limiti previsti dall’articolo 9, comma 9, della legge n. 223 del 1991 (cfr. circolare Inps n. 229 del 1996).

Il beneficiario dell’indennità di mobilità è tenuto a comunicare all’INPS, entro cinque giorni dall’inizio dell’attività di lavoro accessorio o, se questa era preesistente, dalla data di presentazione della domanda di indennità di mobilità, il reddito presunto derivante dalla predetta attività nell’anno solare, a far data dall’inizio della prestazione di lavoro accessorio.

 

  1. Lavoro accessorio e NASpI

Il D.lgs. n. 22 del 2015 prevede la cumulabilità della prestazione NASpI con i redditi derivanti da attività lavorativa.

L’indennità NASpI è interamente cumulabile con i compensi derivanti dallo svolgimento di lavoro accessorio nel limite complessivo di 3.000 per anno civile.

Per i compensi che superano detto limite e fino a 7.000 euro per anno civile la prestazione NASpI sarà ridotta di un importo pari all’80 per cento del compenso rapportato al periodo intercorrente tra la data di inizio dell’attività e la data in cui termina il periodo di godimento dell’indennità o, se antecedente, la fine dell’anno.

Il beneficiario dell’indennità NASpI è tenuto a comunicare all’INPS entro un mese rispettivamente dall’inizio dell’attività di lavoro accessorio o, se questa era preesistente, dalla data di presentazione della domanda di NASpI, il compenso derivante dalla predetta attività.

 

  1. Lavoro accessorio e disoccupazione agricola

I trattamenti di disoccupazione agricola sono compatibili con lo svolgimento di attività di lavoro occasionale accessorio. Il diritto di cumulo dell’indennità in argomento con il reddito derivante dal lavoro accessorio svolto nell’anno di riferimento della prestazione è possibile nel limite complessivo annuale di 3.000 euro netti di compenso,

 

  1. Lavoro accessorio e Cassa Integrazione Guadagni

Le integrazioni salariali sono interamente cumulabili con i compensi derivanti dallo svolgimento di lavoro accessorio nel limite complessivo di euro 3.000 per anno civile.

Per i compensi che superano detto limite, fino a 7.000 euro per anno civile non sono integralmente cumulabili: ad esse dovrà essere applicata la disciplina ordinaria sulla compatibilità ed eventuale cumulabilità parziale della retribuzione (cfr. circolare Inps n. 130 del 2010).

Conseguentemente, per il solo caso di emolumenti da lavoro accessorio che rientrino nel limite dei 3.000 euro annui, l’interessato non sarà obbligato a presentare all’INPS la comunicazione preventiva di cui all’art. 8, comma 3, decreto legislativo n. 148/2015. Viceversa, la suddetta comunicazione preventiva andrà resa prima che il compenso determini il superamento del predetto limite dei 3.000 euro, anche se derivante da più contratti di lavoro accessorio stipulati nel corso dell’anno, pena la decadenza dalle integrazioni salariali (a tal riguardo restano in vigore i chiarimenti forniti con le circolari nn. 75/2007 e 57/2014).

  • Data inserimento: 16.10.15