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Criteri Ambientali Minimi per gli “appalti verdi” nelle pubbliche amministrazioni

Sempre più le amministrazioni pubbliche promuoveranno gare d’appalto verdi. l’Italia è dotata di un proprio Piano d’Azione Nazionale cui fare riferimento. Sono già stati emanati decreti ministeriali per alcuni prodotti o servizi

Il Piano d’Azione Nazionale rinvia ad appositi decreti emanati dal Ministero dell’ambiente, l’individuazione di una serie di criteri ambientali minimi per gli acquisti relativi a ciascuna delle categorie di seguito riportate:

1. arredi (mobili per ufficio, arredi scolastici, arredi per sale archiviazione e sale lettura);

2. edilizia (costruzione e ristrutturazioni di edifici con particolare attenzione ai materiali da costruzione, costruzione e manutenzione delle strade);

3. gestione dei rifiuti;

4. servizi urbani e al territorio (gestione del verde pubblico, arredo urbano)

5. servizi energetici (illuminazione, riscaldamento e raffrescamento degli edifici, illuminazione pubblica e segnaletica luminosa)

6. elettronica (attrezzature elettriche ed elettroniche d’ufficio e relativi materiali di consumo, apparati di telecomunicazione);

7. prodotti tessili e calzature;

8. cancelleria (carta e materiali di consumo);

9. ristorazione (servizio mensa e forniture alimenti);

10. servizi di gestione degli edifici (servizi di pulizia e materiali per l’igiene);

11. trasporti (mezzi e servizi di trasporto, sistemi di mobilità sostenibile)

I documenti “Criteri Ambientali Minimi” o “CAM”, adottati con Decreto Ministeriale, riportano delle indicazioni generali volte ad indirizzare l’ente verso una razionalizzazione dei consumi e degli acquisti e forniscono delle “considerazioni ambientali” propriamente dette, collegate alle diverse fasi delle procedure di gara (oggetto dell’appalto, specifiche tecniche, caratteristiche tecniche premianti collegati alla modalità di aggiudicazione all’offerta economicamente più vantaggiosa, condizioni di esecuzione dell’appalto), volte a qualificare ambientalmente sia le forniture che gli affidamenti lungo l’intero ciclo di vita del servizio/prodotto.

I “Criteri Ambientalmente Minimi” sono individuati fra i criteri ambientali in vigore relativi alle etichette di qualità ecologica ufficiali già presenti sul mercato o fra altre fonti informative esistenti (per esempio le normative che impongono determinati standard ambientali quali le misure adottate nell’ambito della Direttiva ERP (Energy Related Products) relativa all’istituzione di un quadro per l’elaborazione di specifiche per la progettazione ecocompatibile dei prodotti connessi all’energia e alle indicazioni che provengono dalle parti interessate dell’industria come le associazioni di categoria.

La struttura e la procedura di definizione dei CAM consente di facilitare al massimo il compito delle stazioni appaltanti che vogliono adottare o implementare pratiche di GPP ed essere in linea con i principi dei PAN. Con un semplice copia incolla infatti, possono trasferire nei propri capitolati le caratteristiche ambientale utili a classificare come “verde” la fornitura o l’affidamento cui si riferiscono e i relativi mezzi di prova per verificare la conformità delle offerte prevenute ai requisiti ambientali richiesti. L’insieme dei criteri ambientali che vengono individuati, danno un quadro di riferimento utile alle stazioni appaltanti che, nel definire le specifiche tecniche di un capitolato d’oneri, così come recita la relativa disposizione normativa del codice dei contratti pubblici, sono obbligate “Ogniqualvolta sia possibile, a definirle in modo da tenere conto criteri di accessibilità per i soggetti disabili, di una progettazione adeguata per tutti gli utenti, della tutela ambientale”. Inoltre fornisce indicazioni utili al mercato, che verrà gradualmente portato ad  inalzare il livello della qualità ambientale dei prodotti e dei processi in linea con i trend normativi e di domanda sempre più attenta alla qualità ambientale.

Si sottolinea inoltre che i criteri individuati dal Piano d’Azione Italiano sono redatti partendo dallo schema di criteri proposti dalla Commissione europea nel toolkit europeo. Attraverso il lavoro svolto i criteri proposti da livello europeo vengono adottati ed integrati per renderli più facimente applicabili nel contesto nazionale.

Criteri adottati

* Con Decreto 04/04/2013 (G.U. n. 102 del 03/05/2013) sono stati adottati i “Criteri Ambientali Minimi, per l’acquisto di carta per copia e carta grafica – aggiornamento 2013

* Con Decreto 06/06/2012 (G.U. n. 159 del 10/07/2012) è stata emanata la guida per l’integrazione degli aspetti sociali negli appalti pubblici

* Con Decreto 24/05/2012 (G.U. n. 142 del 20/06/2012) sono stati adottati i “Criteri Ambientali Minimi” per l’affidamento del servizio di pulizia e per la fornitura di prodotti per l’igiene

* Con Decreto 08/05/2012 (G.U. n. 129 del 05/06/2012) sono stati adottati i “Criteri Ambientali Minimi” per l’acquisizione dei veicoli adibiti al trasporto su strada

Nota interpretativa al DM 08/05/2012

Poiché sono state segnalate interpretazioni non esatte, da parte di alcuni portatori di interesse, su alcune disposizioni del Decreto 08/05/2012 relativo ai criteri ambientali minimi per l’acquisizione dei veicoli adibiti al trasporto su strada si riporta quanto segue.

I seguenti paragrafi del decreto:

7.2.1. “Limiti di emissioni di inquinanti. Acquisto, leasing di veicoli (M3) nuovi”

- 8.2.1. “Limiti di emissioni di inquinanti. Acquisto, leasing di veicoli (N3) nuovi"

Stabiliscono che “I livelli di emissione di inquinanti dei veicoli offerti devono essere inferiori o al massimo pari a quelli definiti dall’Allegato I del Regolamento n. 595/2009 relativo all’omologazione dei veicoli a motore e dei motori dei veicoli pesanti (Euro VI), quando tale Regolamento entrerà in vigore ai fini dell’immatricolazione.” Con la presente nota si precisa che il termine entro il quale i veicoli oggetto della gara d’appalto dovranno rispettare i limiti di emissione previsti dall’Allegato I del Regolamento n. 595/2009, è quello in cui tali limiti diverranno obbligatori ai fini dell’immatricolazione, ovvero dal 01/01/2014.

Decreto correttivo

In data 30/11/2012, il Ministro dell’ambiente, ha firmato il decreto correttivo dell’allegato al decreto ministeriale del 08/05/2012.

* Con Decreto 07/03/2012 (G.U. n. 74 del 28/03/2012) sono stati adottati i “Criteri Ambientali Minimi” per  l’affidamento di servizi energetici per gli edifici – servizio di illuminazione e forza motrice  - servizio  di riscaldamento/raffrescamento

* Con Decreto 25/07/2011 (G.U. n. 220 del 21/09/2011) sono stati adottati i “Criteri Ambientali Minimi” per la ristorazione collettiva e derrate alimentari e per i serramenti esterni

* Con Decreto 22/02/2011 (G.U. n. 64 del 19/03/2011) sono stati adottati i “Criteri Ambientali Minimi” per prodotti tessili, arredi per ufficio, apparati per l’illuminazione pubblica, IT (computer, stampanti, apparecchi multifunzione, fotocopiatrici)

* Con Decreto 12/10/2009 (G.U. n. 269 del 09/11/2009) sono stati adottati i “Criteri Ambientali Minimi” per ammendanti (servizi urbani e al territorio)

Criteri in via di definizione alla data del 19/12/2013

Sono in corso di predisposizione i “Criteri Ambientali Minimi” per le seguenti categorie:

* Costruzione e manutenzione delle strade

* Gestione dei rifiuti urbani

* Consumabili da stampa (cartucce toner)

Criteri in via di aggiornamento alla data del 19/12/2013

Si sta provvedendo ad aggiornare i “Criteri Ambientali Minimi” relativi alle seguenti categorie:

* Apparati per illuminazione pubblica

* Ammendanti

* IT

L’integrazione degli aspetti sociali nelle gare d’appalto

La necessità di passare dal concetto di “acquisti verdi” a quello di “acquisti sostenibili” è in linea con il concetto generale di “sostenibilità” che deve essere inteso nei suoi tre aspetti costituenti: ambientale, sociale ed economico. Perciò, è in via di progressivo rafforzamento nelle esperienze internazionali e comunitarie l’introduzione di determinati criteri sociali negli appalti pubblici. E’ prevedibile che questa tendenza si rafforzi nel prossimo futuro per la crescente sensibilizzazione dell’opinione pubblica e delle Pubbliche Amministrazioni sugli effetti perversi che il mancato rispetto di regole e controlli sulle condizioni sociali, con sui si svolgono le attività produttive, provoca sia sulla qualità della vita e sia sulla dignità delle persone nonché sul mercato.

A livello nazionale, il Piano d’Azione sul GPP, coerentemente con gli indirizzi europei, richiama i tre aspetti della sostenibilità, accogliendo l’obiettivo di tutela sociale.

In tale prospettiva il Ministero dell’ambiente, riprendendo esperienze di altri paesi, sta sviluppando un approccio basato su un dialogo strutturato fra amministrazioni aggiudicatrici e fornitori aggiudicatari, con l’obiettivo di costruire un sistema conoscitivo trasparente dell’intera catena di fornitura, permettendo così di verificare che siano effettivamente rispettati i diritti umani fondamentali e gli standard minimi relativi alle condizioni di lavoro, riconosciuti a livello internazionale.

Il percorso intrapreso potrà consolidarsi, poiché l’applicazione diffusa di pratiche di Sustainable Public Procurement è strumento utile per contrastare:

- fenomeni di sfruttamento della forza lavoro, con conseguenti ingiusti arricchimenti a danno e a lesione della dignità umana;

- fenomeni di dumping basati su pratiche illegali;

- azioni di concorrenza sleale soprattutto di alcuni Paesi;

- diffusione di sacche di povertà e degrado, con effetti negativi per l’economia generale nel lungo periodo

Fonte: estratto dal sito del Ministero dell’Ambiente

 

  • Data inserimento: 20.12.13