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Approvo

Programma nazionale di prevenzione dei rifiuti. Spinta per gli appalti verdi pubblici. Per i rifiuti da costruzione e demolizione si sta pensando a nuove figure professionali

Definiti gli obiettivi di riduzione dei quantitativi delle diverse tipologie di rifiuti e definite le conseguenti possibili misure. Importanti le indicazioni per gli “appalti verdi” pubblici

Pubblicato nella Gazzetta ufficiale 18/10/2013, n. 245, il decreto del Ministero dell’ambiente 07/10/2013, riguardante l’adozione e l’approvazione del “Programma nazionale di prevenzione dei rifiuti.

Il programma nazionale di prevenzione dei rifiuti fissa gli obiettivi di prevenzione al 2020 rispetto ai valori registrati nel 2010:

- riduzione del 5% di produzione di rifiuti urbani per unità di PIL (Prodotto Interno Lordo);

- riduzione del 10% della produzione di rifiuti speciali pericolosi per unità di PIL;

- riduzione del 5% della produzione di rifiuti speciali non pericolosi per unità di PIL.

Gli obiettivi di cui sopra declinati come indicatori generali, potranno essere definiti per singoli flussi di rifiuto (il programma da già alcune indicazioni).

Regioni

Le Regioni entro il 07/10/2014 provvedono ad integrare i Piani regionali rendendoli coerenti con gli indirizzi nazionali.

Green Pubblic Procurament

La pubblica amministrazione può assumere un ruolo di primo piano nell’attuazione di politiche di prevenzione attraverso l’introduzione, nelle procedure di acquisto e nei bandi pubblici, di criteri di selezione e di valutazione di carattere ambientale che, pur assicurando la libera concorrenza, garantiscono l’acquisto di prodotti preferibili dal punto di vista ambientale.

Il Ministero dell’ambiente ha elaborato il Piano d’azione per la sostenibilità ambientale dei consumi della Pubblica Amministrazione (PAN GPP). Con decreto del Ministero dell’ambiente del 10/04/2013 il Piano è stato aggiornato. L’obiettivo è quello di raggiungere entro il 2014 un livello di “appalti verdi”, ovvero di appalti conformi ai criteri ambientali minimi, non inferiore al 50% sul totale degli appalti stipulati per ciascuna categoria di affidamento e forniture.

Il PAN GPP fornisce un quadro generale sul Green Public Procurament, definisce gli obiettivi nazionali, identifica le categorie di beni, servizi e lavori di intervento prioritarie per gli impatti ambientali e i volumi di spesa, su cui definire i “Criteri ambientali minimi”. Detta inoltre specifiche prescrizioni per gli enti pubblici, che sono chiamati a:

- effettuare un’analisi dei propri fabbisogni con l’obiettivo di razionalizzare i consumi e favorire il decoupling (dissociazione tra crescita economica e degrado ambientale);

- identificare le funzioni competenti per l’attuazione del GPP coinvolte nel processo di acquisto;

- redigere uno specifico programma interno per implementare le azioni in ambito GPP.

Il Piano prevede l’adozione di misure volte all’integrazione delle esigenze di sostenibilità ambientale nelle procedure di acquisto di beni e servizi delle amministrazioni competenti, sulla base dei seguenti criteri:

a) riduzione dell’uso di risorse naturali;

b) sostituzione delle fonti energetiche non rinnovabili con fonti rinnovabili;

c) riduzione della formazione di rifiuti;

d) riduzione dei rischi ambientali.

I criteri minimi ambientali già adottati sono:

acquisto di carta per copia e carta grafica – decreto del Ministero dell’Ambiente 12/10/2009, Gazzetta Ufficiale n. 269 del 09/11/2009 riguardante carta per copie e amendanti. Tali criteri sono stati revisionati con Decreto del Ministero dell’Ambiente 04/04/2013, Gazzetta Ufficiale n. 159 del 03/05/2013;

acquisto di arredi per uffici, IT (computer, stampanti, ecc.), tessili e apparati di illuminazione pubblica – Decreto del Ministero dell’Ambiente 25/10/2011, Gazzetta Ufficiale n. 64 del 19/03/2011;

acquisto di forniture ristorazione collettiva e serramenti esterni – Decreto del Ministero dell’Ambiente 25/07/2011 – Gazzetta Ufficiale n. 220 del 21/09/2011;

servizi energetici per gli edifici - servizio di illuminazione e forza motrice e servizio di riscaldamento/raffrescamento – Decreto del Ministero dell’Ambiente 07/03/2012, Gazzetta Ufficiale n. 74 del 28/03/2012;

acquisizione dei veicoli adibiti al trasporto su strada – Decreto del Ministero dell’Ambiente 08/05/2012, Gazzetta Ufficiale n. 129 del 05/06/2012;

affidamento del servizio di pulizia e per la fornitura di prodotti per l’igiene – Decreto del Ministero dell’Ambiente 24/05/2012, Gazzetta Ufficiale n. 142 del 20/06/2012;

guida per l’integrazione degli aspetti sociali negli appalti pubblici – Decreto 06/06/2012, Gazzetta Ufficiale n. 159 del 10/07/2012.

Riutilizzo

Il riutilizzo nelle sue diverse forme rientra a pieno titolo nel campo della prevenzione. Si definisce riutilizzo qualsiasi operazione attraverso la quale prodotti o componenti che non sono rifiuti sono reimpiegati per la stessa finalità per la quale erano concepiti.

Nell’ordinamento nazionale, il riutilizzo dei prodotti è disciplinato dall’articolo 180-bis del decreto legislativo 152/2006. In particolare il comma 2 stabilisce l’adozione da parte del Ministero dell’Ambiente di uno o più decreti che definiscano le modalità operative per la costituzione e il sostegno di certi e reti accreditati di riparazione/riutilizzo, ivi compresa la definizione di procedure autorizzative semplificate e di un catalogo esemplificativo di prodotti e rifiuti di prodotti che possono essere sottoposti, rispettivamente, a riutilizzo.

Informazione, sensibilizzazione ed educazione

Verrà realizzato un “Portale della Prevenzione dei Rifiuti”. Si tratterà di un sito web istituzionale dedicato alla prevenzione dei rifiuti rivolto a tutti i soggetti potenzialmente coinvolti nella materia. Per quanto riguarda le imprese, il portale fornirà informazioni in merito alle possibili azioni di prevenzione dei rifiuti da intraprendere attraverso la creazione di una banca dati di buone pratiche e, eventualmente, con un supporto diretto a chi ne faccia richiesta.

Per i cittadini, il portale fornirà indicazioni circa le scelte di consumo che favoriscono la riduzione dei rifiuti nonché le indicazioni pratiche circa la possibilità di rivolgersi a centri del riuso o della riparazione, fornendo contatti con le reti locali. I cittadini potranno presentare proposte, osservazioni sulle difficoltà, e opportunità che incontrano in questo capo.

Per le scuole, il portale conterrà informazioni per gli insegnati, utili allo sviluppo di progetti didattici sul tema.

Per le amministrazioni pubbliche locali, il portale fornirà supporto a quelle impegnate nella preparazione di programmi di prevenzione.   

Il portale, infine, fungerà anche da piattaforma per lo scambio di informazioni fra i soggetti che a vario titolo sono attivi nel campo della prevenzione dei rifiuti, dando rilievo alle loro principali iniziative.

Strumenti economici, fiscali e di regolamentazione

Si ritiene urgente l’attivazione dei seguenti strumenti:

- l’applicazione del principio della responsabilità estesa del produttore ad altri flussi di rifiuti rispetto a quelli attualmente previsti e l’ampliamento della responsabilità anche alla prevenzione della formazione del rifiuto;

- l’implementazione dei meccanismi di tariffazione puntuale per il conferimento dei rifiuti urbani (in funzione dei volumi o delle quantità conferite);

- l’introduzione di sistemi fiscali o di finanziamento premiali per processi produttivi ambientalmente più efficienti e a minore produzione di rifiuto;

- una revisione dei meccanismi di tassazione dei conferimenti in discarica e aumento della quota del tributo che le Regioni devono destinare alla promozione di misure di prevenzione dei rifiuti.

Misure specifiche per flussi prioritari

I flussi prioritari di prodotti/rifiuti, possono essere individuati tra quelli più rilevanti dal punto di vista quantitativo oppure tra quelli suscettibili di essere ridotti facilmente ed in modo efficiente.

I flussi prioritari su cui il Piano focalizza le misure di prevenzione riguardano i rifiuti biodegradabili, i rifiuti cartacei, i rifiuti da imballaggio, i rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche ed i rifiuti pericolosi.

Rifiuti da costruzione e demolizione

In base al rapporto Rifiuti speciali – edizione 2012 di ISPRA che fornisce i dati, relativi all’anno 2010, circa il 46% del totale dei rifiuti speciali prodotti è rappresentato da rifiuti da costruzione e demolizione. Rispetto ai rifiuti da costruzione e demolizione, il Piano, rileva la necessità di approfondire la conoscenza di questo flusso, e per tale motivo è stato posto all’attenzione del tavolo permanente di lavoro previsto dal programma nazionale di prevenzione dei rifiuti. In particolare, indica il programma, occorre individuare una metodologia di calcolo e gli strumenti per contabilizzare questa categoria di rifiuti.

Tra le azioni che possono andare nella direzione di gestire le attività di demolizione in un’ottica anche di prevenzione dei rifiuti, viene citato nel programma, il protocollo d’intesa tra FORMEDIL e AIDECO siglato il 20/05/2011. Oggetto dell’accordo è la definizione delle competenze professionali specialistiche proprie degli interventi di decostruzione/demolizione controllata, la definizione di percorsi standard di formazione e addestramento alle attrezzature specialistiche utilizzate, lo sviluppo di processi formativi per le aziende e gli operatori, con il coinvolgimento in tali attività degli Enti Scuola Edile territoriali. Tale accordo si pone come ulteriore obiettivo la definizione di una figura standard di riferimento relativa alla gestione dei processi di demolizione controllata e dei relativi standard formativi da proporre alla contrattazione fra le parti sociali di settore.

Altro riferimento per la prevenzione dei rifiuti nel settore delle costruzioni e demolizioni è dato dal Green Public Procurament “Costruzione e manutenzione delle strade” e “costruzione e manutenzione degli edifici”, infatti rientrano tra le categorie per le quali devono essere adottati i Criteri Ambientali Minimi previsti dal Piano d’Azione per la Sostenibilità Ambientale della pubblica Amministrazione.

  • Data inserimento: 17.06.14